Presumo. Sì, sono un gran presum-tuoso

You’re so vain, You probably think this song is about you. You’re so vain, I’ll bet you think this song is about you. Don’t you? Don’t you?

L’altro giorno su faccialibro ho ripostato questa immagine che mi sembra sia un po’ un antidoto a certe derive che si possono prendere mentre scriviamo. Chi scrive su un blog presume di avere qualcosa di interessante da dire o da scrivere. Presume che qualcuno abbia voglia di starlo a sentire o a leggere. E presume persino che qualcuno che leggerà quello che scrive capisca che è rivolto davvero a lui.

Effettivamente poi qualcuno, con un sussulto di autocoscienza critica, usa pseudonimi, si nasconde nell’anonimato, altri presumono al punto da presentarsi con il loro nome e cognome! Insomma, ammettiamolo, siamo dei grandissimi presuntuosi.

Ma del resto chi non lo è? In Italia non si legge più. I dati sono sconfortanti ed insieme inequivocabili: giornali in crisi, librerie che chiudono, investimenti pubblicitari nella carta stampata quasi nulli. Eppure la percentuale di aspiranti scrittori cresce ogni giorno. Molti scrivono, pochi leggono, che poi è la trasposizione del fatto molto più generale, tutti parlano, pochi ascoltano. Eppure ci sarà un motivo, come ho letto in qualche proverbio di chissà quale paese, che abbiamo una sola bocca e due orecchie?

Ma io (da gran presuntuoso!) sono certo di avere qualcosa da dire. Così come tanti altri blog che seguo. La domanda allora non è perché scriviamo, ma per chi. Il blog è come una stanza in cui ci sono due sedie. In una ci siamo noi, i padroni di casa, l’altra è vuota. E sta a noi decidere come riempirla. A volte ho la sensazione che qualcuno ci metta uno specchio: beandosi della propria immagine, provando e riprovando le espressioni per vedere quale gli vengano meglio. Questo è il rischio più grande. Che ognuno di noi si chiuda nelle proprie stanze finendo con il parlare solo a se stesso, senza stare più a sentire quello che gli altri hanno da dire.

Ma quello invece è l’unico modo di crescere, di arrichirsi, di dare nuova linfa alla nostra mente. Lasciamo libera l’altra sedia, invitiamo a sedersi chi di volta in volta avrà voglia di starci a sentire e parliamo a loro, prima che a noi stessi. Così è più probabile che ci verrà anche la voglia di stare a sentire cosa hanno da dirci gli altri. E magari, chissà, daremo un contributo concreto all’apertura di qualche libreria in più.

15 thoughts on “Presumo. Sì, sono un gran presum-tuoso

  1. Posso dire che io non presumo di avere qualcosa di interessante da dire e mi sembra ogni volta un vero miracolo che qualcuno apprezzi? Scrivo per trovare un po’ di pace da me stessa. Vorrei tanto che le librerie venissero considerate il più prezioso dei luoghi. È bello leggerti 🙂

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  2. Bel post, anche se, non so, secondo me bisogna fare distinzione tra presunzione e Presunzione… 😉 Ma in questo momento sto correggendo il tuo post in una maniera troppo presuntuosa, quindi facciamo solo “bel post!” ;D

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  3. Quando torno, passo sempre di qui. E’ sempre molto bello leggerti, e riflettere con le tue parole. Hai fatto sì che mi chiedessi se sono una di quelle persone che scrive davanti ad uno specchio, e alla fine mi sono risposta no, ho uno specchio rotto..nel quale mi do qualche sbirciata ma più che altro spero spunti sempre qualcuno a parlarmi. Se lo facessi solo per me stessa…beh…forse imparerei a parlare da sola. Ma non mi è mai piaciuto farlo, meglio sentire un’altra voce che bearsi dell’eco della propria.

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  4. come darti torto! d’altra parte e’ anche vero che l’essere umano ha bisogno di continue conferme in tutti i campi, quindi sicuramente c’e’ una parte di presunzione ed un’altra di insicurezza.

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  5. il mio blog … le mie orme, su questa terra … che desidero tanto lasciare ai miei figli

    qualsiasi persona che passa e mi da una mano a lasciarne di ogni tipo, sarà sicuramente sempre il benvenuto 🙂

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  6. lamelasbacata ha già scritto, parola per parola, quello che è anche il mio pensiero. Aggiungo solo che io adoro ascoltare (leggere) quel che gli altri han da dire … ascoltare (leggere) è un arricchimento della vita, che siano libri (che divoro), blog o persone in carne ed ossa, non fa differenza, l’importante, per me, è che abbiano qualcosa di interessante da dire. Come in questo tuo spazio. 😉

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  7. Me lo sono chiesta anch’io leggendo il tuo post (e forse anche qualche volta in precedenza). Penso che un minimo di presum-zione in quel senso ci sia, altrimenti uno scriverebbe un diario privato (cartaceo) e lo chiuderebbe con un lucchetto. Scrivo per me davanti a uno specchio? Penso di sì, anche. Tutto sommato non mi sembra del tutto negativo sperare che quello che scrivo possa essere interessante. Non ne sono mai sicura del tutto e quando mi arrivano conferme, c’è quel sussulto di… cosa? Orgoglio, forse (specchio, specchio delle mie brame…) ma anche un po’ di sorpresa e la gioia di vedere che a volte “serve”. Amo tantissimo anche leggere, tra i blog e in libreria, quasi senza distinzione. Ci sono ciofeche stampate e pubblicate e cose splendide tra i blog e viceversa. Sentire quello che gli altri hanno da dire. Ma poi, chissà, anche lì, forse amo particolarmente le cose in cui mi rispecchio… 🙂
    Come sempre, i tuoi post fanno nascere riflessioni e idee. Direi che hai da dire e da scrivere cose interessanti, in effetti 😀

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  8. Queste sono riflessioni, come sai, che faccio spesso e volentieri. Poi io cerco, in maniera sistematica, di sabotare il rapporto con i miei lettori tramite temi e musiche di basso consumo… ho un’indole strana.
    Il ragionamento, comunque, è calzante e mi piace. Troppa gente si specchia nelle parole che dice, ma è tutto autoreferenziale.

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  9. Caro Giac, leggerti per me è come entrare in uno di quei bar – pasticceria caldi e accoglienti dove puoi coccolarti il cervello davanti ad una tazza fumante di cioccolato con la panna. Detto questo ti dirò la pura verità. Sì scrivo per gli altri, per una ragione semplice, ascoltare gli altri è il mio lavoro, e allora ogni tanto mi piace che qualcuno ascolti me. Cosi per curiosità, mica per altro. Per fortuna riconosco di non saper scrivere e quindi non mi faccio troppe illusioni.

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  10. Quanto hai ragione! Bisognerebbe pre-sentire, prima di essere presuntuosi e forse, presumendo meno, ci si esimerebbe di più.
    Ps. Mi hai dato un motivo in più per rimanere fedele all’anonimato!😁

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  11. La presunzione è sempre alla base di moltissime scelte. E non è sempre un male. Mi hanno sempre insegnato che un minimo di presunzione ci vuole, perché chi cerca di toglierti credenziali è sostanzialmente un presuntuoso maggiore. Così come è presuntuoso consigliare di essere presuntuosi,
    Che si legga poco è un dato di fatto. Penso anche che leggiamo poco noi stessi, ciò che scriviamo. O che decidiamo di non scrivere.
    La metafora della stanza è bellissima, e così per ognuno immagino. Con coscienza o meno. È bello leggerti.

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